Liberamente scaricabile dal sito ufficiale, cuba circa 1,7 GB. Di solito non mi affido alle demo, e preferisco “rischiare” comprare a scatola chiusa. Quando poi si tratta di progetti dove è coinvolta Jane Jensen, figuriamoci. Bene, dopo avere atteso l’interminabile installazione, che si è presa cura di installare non so cosa del framework di MS .NET (che già era installato) e dell’SDK di DirectX, il risultato non è stato esattamente da ola.
La demo è in cinque lingue, fra cui anche l’italiano, e vabbé. Pur giochicchiando distrattamente, si è evidenziato qualcosa da correggere (speriamo che sia ancora in corso la fase di betatesting), tipo un “armadio”, probabilmente un “wardrobe”, che era sicuramente da tradurre in “guardaroba”, dato che si tratta di una cabina armadio vera e propria (e forse qualcosa di più di una semplice cabina). Il filmato introduttivo non ha molto al momento di “filmato”, essendo, a voler essere buoni, un fumetto animato (ma già Gabriel Knight ci aveva abituato a cose simili, anche cartacee, non è vero?)
Il gioco sembra far potentemente uso delle risorse hardware del sistema senza un apparente beneficio a livello di animazione, di modellazione dei personaggi (fatto salvo il culo (scusatemi la franchezza) di Samantha Everett, che per quanto virtuale, fa la sua porca figura),
e di fluidità dei comandi, di risposta agli stessi e dei movimenti.
Nelle schermate di passaggio e di caricamento, sono riportate in basso alla schermo alcune notizie storiche, che il giocatore leggerebbe pure con piacere, ma che difficilmente riesce a completare, dato che il tempo non lo consente.
Anche il motore grafico forse ha ancora bisogno di qualche revisione: mi è capitata una Samantha la cui coda di cavallo e il colletto della camicia erano anteposti al viso, ma potrebbe essere attibuibile alla particolare configurazione di gioco che avevo scelto, assai alta.
Impossibile giudicare la trama, del tutto assente, anche se il continuo riferimento a fatti particolari dei personaggi nelle descrizioni degli oggetti e dell’ambiente circostante lascia intravedere una profondità di sceneggiatura, che è il minimo sindacale che uno si aspetta da una avventura alla Jane Jensen (e sotto sotto il motivo per cui la compriamo). Si esplora molto, in questa demo, null’altro, e fra l’altro non si può salvare.
Insomma, se Gray Matter dovesse uscire in queste condizioni, purtroppo, sono sicuro che avrebbe molte difficoltà ad affermarsi.