11 Settembre 2001

Voglio ricordarle così, io, che da sempre mi sono professato contro l’imperialismo americano (ma altrettanto da sempre affezionato all’America simbolo di libertà, di uguaglianza e, ma sì, dài, fratellanza, ci abbiamo sempre creduto in fondo).  Con uno stacco fotografico dal basso verso l’alto, come una cattedrale del duemila, come dita che si levano verso il cielo. In memoria di quanti persero la vita in quello scelleratissimo, funesto –  quanto sembra distante, eppure vicino, nel tempo – 11 settembre 2001 che cambiò la storia del mondo, che lasciò a noi il tremendo compito di raccontare e non dimenticare.

DARKSTAR – Finalmente una data di rilascio certa! (anzi, due)

Non sto nella pelle. Finalmente la Parallax, dopo anni (si tratta di un decennio di sviluppo…), ha annunciato con un trailer, diffuso il 1 settembre, le due date di rilascio di DarkStar: il 5 novembre 2010 per chi è disposto all’acquisto tramite digital delivery da Strategy First (non io), ed il 14 febbraio 2011 (ma che romanticoni…) in tutti (?) i negozi.

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E qui il teaser ufficiale, che ribadisce le date di uscita (suggestivo il bombardamento della scritta Hollywood!)

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Come si vede nel Game Demo Trailer, la giocabilità sembrerebbe assicurata, anche se nell’intervista all’ideatore J. Allen Williams sembra di capire che vi saranno delle scelte tipo Tex Murphy,  l’interfaccia sembra ricca, speriamo che ci sia la ciccia, e così è per la musica, veramente accattivante. L’unico rischio, come in tutte le avventure full motion video, è che si debba assistere per la maggior parte del tempo ad un film.

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Come immondizia su cui si posano le mosche.

Su Repubblica di oggi, Adriano Sofri ha segnalato un servizio fotografico del Guardian .

All’inizio, sono rimasto semplicemente scioccato, indignato, depresso; ho cercato di afferrare quel morso alla bocca dello stomaco e riporlo, nasconderlo in un angolo della mia coscienza dove urlasse meno forte, dove facesse meno male, e mi facesse sentire meno corresponsabile.

I cenci sporchi su cui sono distesi sono tutto ciò che posseggono.

Il biberon è vuoto.

Alla fine, l’unico gesto concreto, immediato, che mi è venuto in mente di fare per reagire, è stato di pubblicare questa foto sul blog. Poco, forse niente, e le mosche continueranno a ricoprire quei corpi.

L’unico commento che voglio aggiungere, al di là dell’immagine che parla da sola, è che si tratta di profughi afghani in Pakistan, ossia di gente che, in fuga dal conflitto in corso, è due volte vittima delle inondazioni che hanno colpito il paese che li ha ospitati.