Er Buchetto

Lasciatemi fare pubblicità, se ne vale la pena.
E’ un’oasi in mezzo alle mille contaminazioni etno-gastronomiche di Roma.
E’ uno dei punti di ristoro che mi fa sentire – ancora- orgoglioso di essere romano d’adozione.
Che bello entrare in una botteguccia rimasta pressoché intatta da oltre un secolo,
e fare una merenda (chiamatela come vi pare, a me “merenda” (le cose da meritarsi) da’ il senso di pasto dell’operaio, o del lavorante dei campi, che, appunto, va meritato (col sudore). Una delle poche cose rimaste di “sinistra”, insomma.)

Er Buchetto è un emblema di Roma. L’osteria per antonomasia, dove mangiare un panino con la porchetta come si deve, con un bicchiere di vino.
Altro  non ci troverete, al Buchetto. Oltre a gente garbata, a romani veri, e a un pasto che sta sotto i dieci euro (poi quello dipende da quante volte farete il bis, è chiaro…).
Qualcuno qui a Roma potrebbe chiamarlo un bujaccaro (venditore di strada di minestra, per estensione locale alla buona, di poche pretese), ma per me è più chic di un ristorante di via Veneto.
Ogni volta che ci passo, il problema di cosa fare per cena è risolto.
Tra il Teatro dell’Opera e la stazione Termini.
Spero un giorno di decidermi a lasciargli qualche verso (rigorosamente in romanesco) composto in suo onore, come tanti hanno già fatto.

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